Legalizzare la cannabis sarebbe un rilancio per la Giustizia italiana in termine di uomini e risorse oltre che un danno rilevante per gli interessi della criminalità organizzata e il terrorismo: la DNA scrive il proprio parere al Governo sul ddl che approderà prossimamente in aula.
La ministra Lorenzin si dichiara contraria alla legalizzazione della cannabis perché, a suo dire, "il mercato della criminalità resta in piedi"? La smentita, secca e documentata, questa volta non arriva solo dai banchi dell'opposizione ma dall'autorevole voce della Direzione Nazionale Antimafia che in un parere ufficiale indirizzato al Governo (pro. 20217/2016) "esprime parere positivo per tutte le proposte di legge che mirano a legalizzare la coltivazione, la lavorazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati"
Secondo la DNA "la legalizzazione, infatti, se correttamente attuata, potrebbe portare ad una rilevante liberazione di risorse umane e finanziarie in diversi comparti della Pubblica Amministrazione (FFOO, Polizia Penitenziaria, funzionari di Prefettura, ecc.)". Cadono quindi le critiche di chi già in questi giorni dice che una nuova legge sulla cannabis non libererebbe risorse dello Stato. La Direzione Antimafia anzi rivendica "una ancora più importante liberazione di risorse nel settore della Giustizia, dove sono decine di migliaia i procedimenti penali che richiedono l’impegno di Magistrati, Cancellieri ed Ufficiali Giudiziari, con risultati spesso del tutto inconcludenti in quanto vengono irrogate sanzioni che rimangono sulla carta".
E se è vero che legalizzare le droghe leggere porterebbe «ad una perdita secca – come scrive la DNA -di importanti risorse finanziarie, per le mafie e per il sottobosco criminale che, ad oggi, hanno il monopolio del traffico» dall'altra parte ci sarebbe una contestuale acquisizione di risorse finanziarie per lo Stato, attraverso la riscossione delle accise". E anche per la lotta al terrorismo (elemento prioritario dell'agenda politica internazionale) potremmo assistere "al prosciugamento, in una più ampia prospettiva di legalizzazione a livello europeo, di risorse economiche e finanziarie per il terrorismo integralista che controlla la produzione Afghana di cannabis".
In conclusione, (scrive la Direzione Nazionale Antimafia) potremmo assistere "ad un vero rilancio – attraverso la liberazione e l’acquisizione delle predette risorse – dell’azione strategica di contrasto, che deve mirare ad incidere sugli aspetti (davvero intollerabili) di aggressione e minaccia che il narcotraffico porta sia alla salute pubblica (attraverso la diffusione di droghe pesanti e sintetiche) che all’economia ed alla libera concorrenza (attraverso il riciclaggio)".
Così mentre il Ministro Lorenzin dichiara in un'intervista a Il Mattino che "tutto il tema della liberalizzazione della marjuana è un business perché il mercato della criminalità resta in piedi" le parole della DNA inducono ad avere uno sguardo diverso sull'iter del disegno di legge che approderà nei prossimi giorni alla Camera. "Il Governo non sia ostaggio, almeno stavolta, del ricatto degli integralisti moderati" ammonisce Civati, leader di Possibile. "Ci sarebbero gravi rischi per la salute dei più giovani" dice l'Agenzia del Farmaco mentre per Fratoianni (SI) bisognerebbe avere il "coraggio di riconoscere che il proibizionismo in questo Paese non e' stato altro che manna dal cielo per i narcotrafficanti".